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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Perchè Marienbad odia Kubrick   
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Autore Perchè Marienbad odia Kubrick
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 12-10-2006 00:18  
Per concludere, a me frega nulla di analizzare, come spettatore, le tecniche di Kubrick, miro al suo linguaggio. L'analisi tecnica la lascio agli addetti ai lavori, ai critici del "martello pneumatico" ossessionati dalla tecnica e che perdono di vista l'insieme.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 12-10-2006 00:18  
E' morta la Huillet...
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 12-10-2006 00:19  
quote:
In data 2006-10-12 00:18, Tristam scrive:
E' morta la Huillet...




E si, l'ho saputo poco fa.

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 12-10-2006 12:44  
quote:
In data 2006-10-12 00:18, AlZayd scrive:
Per concludere, a me frega nulla di analizzare, come spettatore, le tecniche di Kubrick, miro al suo linguaggio. L'analisi tecnica la lascio agli addetti ai lavori, ai critici del "martello pneumatico" ossessionati dalla tecnica e che perdono di vista l'insieme.



Siamo tornati al punto di partenza.
Visto che stiamo parlando di Kubrick , la perfetta circolarità della discussione è decisamente emblematica!
Qual' era infatti la questione due o tre pagine addietro? Verteva proprio sulla distinzione che fai tra tecnica e linguaggio. Perchè distingui tecnica e linguaggio quando in realtà sono la stessa identica cosa, avevo chiesto ( e poi argomentato i motivi delle mie affermazioni). La risposta era stata che io seguitavo a ripetere la mia lezioncina a memoria. Quindi nessuna risposta. Con ulteriori esempi la discussione è proceduta stabilendo una diretta connessione tra etica e linguaggio ( o tecnica come la chiami tu): PER DELINEARE UN LABIRINTO BASTA UN CARRELLO.
L'idea generata dalla sua espressione.
Anche qui, zero assoluto.
Il dibattito prosegue tra colpi di scema (non è un errore) e accuse varie fino alla domandona finale da un milione di euro: se dopo gli esempi che sono stati portati qui sul forum da me, da Bunch, tristam, alessio ecc ecc... che hanno rilevato una stretta e logica connessione tra forma e contenuto, laddove la forma è quel carrello che descrive il labirinto (se vuoi chiamala tecnica , io lo chiamo linguaggio del cinema), di quale altro linguaggio stai parlando?
Chiedi a me cos'è il linguaggio ma sono pagine e pagine che questo concetto è stato argomentato. Piuttosto la domanda dovresti rivolgerla a te stesso. Perchè le mie argomentazioni sono più che evidenti: l'etica del film la si ricava dal suo linguaggio e il linguaggio è l'inquadratura, il movimento di macchina e il montaggio. Concetti ripetuti alla nausea , e allora perchè la discussione ritorna sempre sui suoi stessi passi e non procede oltre? Perchè siamo nuovamente arrivati a riprendere gli stessi identici concetti?
Il motivo è semplicissimo: perchè dall'altra parte non c'è assolutamente nulla. Nessuna argomentazione, nessuna spiegazione su cosa sia il linguaggio del cinema (io almeno ho dato il mio parere), su quale sia il rapporto tra forma e contenuto - e a questo punto su cosa sia la forma e cosa il contenuto. Niente di niente.
Non la luce, bensì le tenebre.
E' inutile quindi che mi si risponda che l'etica di un film la dobbiamo ricavare dal linguaggio. Questo è quanto ho argomentato fino ad ora, gli esempi portati a sostegno di questa tesi sono stati innumerevoli.
E' inutile che AlZayd mi venga a dire che non ha alcuna importanza analizzare le tecniche di Kubrick ma molto di più il suo linguaggio quando tecnica e linguaggio (nelle accezioni usate da questo utente, non da me) rappresentano la stessa identica cosa,come ampiamente argomentato.
Questo significa che del discorso non si è seguito nulla, che c'è solo una sterilissima vena polemica , che quando si tratta di argomentare ci si ferma al giudizio sulla persona che discorre e quando si pongono domande in realtà ad esse è già stato ampiamente riposto.
E anche questo papiro è del tutto inutile: cos' è il linguaggio? Io l'ho già detto, ridetto e stradetto. Rivolgi la domanda a te stesso o confuta la mia definizione di linguaggio. Il resto è solo noia.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 12-10-2006 13:15  
[quote]In data 2006-10-12 12:44, Quilty scrive:
quote:
In data 2006-10-12 00:18, AlZayd scrive:

.
Chiedi a me cos'è il linguaggio ma sono pagine e pagine che questo concetto è stato argomentato. Piuttosto la domanda dovresti rivolgerla a te stesso. Perchè le mie argomentazioni sono più che evidenti: l'etica del film la si ricava dal suo linguaggio e il linguaggio è l'inquadratura, il movimento di macchina e il montaggio. Concetti ripetuti alla nausea , e allora perchè la discussione ritorna sempre sui suoi stessi passi e non procede oltre?



sarò scemo io che non ti capisco fino in fondo ma ancora una volta il tuo discorso mi sembra limitante
quando dici che il linguaggio del cinema è inquadratura, montaggio, movimenti di macchina in realtà elenchi solo ciò che distingue il cinema dalle altre arti.
ma il linguaggio del cinema non sono solo questi tre elementi.
perchè non dovremmo contare la musica, il sonoro, la recitazione dell'attore, l'uso dei colori e della luce?



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[ Questo messaggio è stato modificato da: kagemusha il 12-10-2006 alle 13:19 ]

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 12-10-2006 13:24  
quote:
In data 2006-10-12 00:18, AlZayd scrive:
Per concludere, a me frega nulla di analizzare, come spettatore, le tecniche di Kubrick, miro al suo linguaggio. L'analisi tecnica la lascio agli addetti ai lavori, ai critici del "martello pneumatico" ossessionati dalla tecnica e che perdono di vista l'insieme.



alzayd qui non si parla delle "tecniche" del cinema ma della "natura" del cinema, della sua essenza

sempre che io abbia capito il discorso di quilty, cosa non scontata
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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 12-10-2006 13:58  
quote:
In data 2006-10-12 13:15, kagemusha scrive:


sarò scemo io che non ti capisco fino in fondo ma ancora una volta il tuo discorso mi sembra limitante
quando dici che il linguaggio del cinema è inquadratura, montaggio, movimenti di macchina in realtà elenchi solo ciò che distingue il cinema dalle altre arti.
ma il linguaggio del cinema non sono solo questi tre elementi.
perchè non dovremmo contare la musica, il sonoro, la recitazione dell'attore, l'uso dei colori e della luce?





La tua argomentazione è del tutto sensata.
In un film conta tutto, tutte le caratteristiche che hai elencato sono importantissime e non ho nessuna intenzione di svalutare queste cose.
Come del resto hai giustamente sottolineato, le cose su cui insisto di più (inqudrature, ovimenti della mdp montaggio)sono le peculiarità che distinguono il cinema da un'altra disciplina.
Quindi è sbagliato affermare che solo queste ultime sono importanti e il resto è merda, nemmeno io penso questo.
Tuttavia per valutare la grandezza di un film sarebbe bene dare un valore più grande alle caratteristiche che contraddistinguono questo campo dal teatro ad esempio, e rendono unico e irriproducibile.

Quindi se dobbiamo valutare l'etica di un film, avrà molta più rilevanza ciò che viene fuori dalle sue peculiarità (una carrellata) o ad esempio da elementi che si trovano già nella sceneggiatura, quindi antecedenti la messa in scena?
La risposta dovrebbe essere scontata.
Se rapporti questi discorsi all'analisi di FMJ, il tema della regressione infantile (palla di lardo che ciuccia il suo pollicione, il suo suicidio come ritorno alla fase fallica e anale dei primi stadi del bambino - si ammazza con un fucile in bocca ,simbolo fallico, accasciandosi sulla tazza di un cesso- è trattato magnificamente ma proviene da un linguaggio non propriamente cinematografico. Non è stata la mdp a suggerirci queste cose, a farci arrivare questo "messaggio". tutto era già contenuto nella sceneggiatura.
Non è per questo che il film fa schifo, lo sforzo è apprezzabile però non deriva da meriti prettamente cinematografici.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 12-10-2006 14:20  
quote:
In data 2006-10-12 12:44, Quilty scrive:
quote:
In data 2006-10-12 00:18, AlZayd scrive:
Per concludere, a me frega nulla di analizzare, come spettatore, le tecniche di Kubrick, miro al suo linguaggio. L'analisi tecnica la lascio agli addetti ai lavori, ai critici del "martello pneumatico" ossessionati dalla tecnica e che perdono di vista l'insieme.



Siamo tornati al punto di partenza.
Visto che stiamo parlando di Kubrick , la perfetta circolarità della discussione è decisamente emblematica!
Qual' era infatti la questione due o tre pagine addietro? Verteva proprio sulla distinzione che fai tra tecnica e linguaggio. Perchè distingui tecnica e linguaggio quando in realtà sono la stessa identica cosa, avevo chiesto ( e poi argomentato i motivi delle mie affermazioni). La risposta era stata che io seguitavo a ripetere la mia lezioncina a memoria. Quindi nessuna risposta. Con ulteriori esempi la discussione è proceduta stabilendo una diretta connessione tra etica e linguaggio ( o tecnica come la chiami tu): PER DELINEARE UN LABIRINTO BASTA UN CARRELLO.
L'idea generata dalla sua espressione.
Anche qui, zero assoluto.
Il dibattito prosegue tra colpi di scema (non è un errore) e accuse varie fino alla domandona finale da un milione di euro: se dopo gli esempi che sono stati portati qui sul forum da me, da Bunch, tristam, alessio ecc ecc... che hanno rilevato una stretta e logica connessione tra forma e contenuto, laddove la forma è quel carrello che descrive il labirinto (se vuoi chiamala tecnica , io lo chiamo linguaggio del cinema), di quale altro linguaggio stai parlando?
Chiedi a me cos'è il linguaggio ma sono pagine e pagine che questo concetto è stato argomentato. Piuttosto la domanda dovresti rivolgerla a te stesso. Perchè le mie argomentazioni sono più che evidenti: l'etica del film la si ricava dal suo linguaggio e il linguaggio è l'inquadratura, il movimento di macchina e il montaggio. Concetti ripetuti alla nausea , e allora perchè la discussione ritorna sempre sui suoi stessi passi e non procede oltre? Perchè siamo nuovamente arrivati a riprendere gli stessi identici concetti?
Il motivo è semplicissimo: perchè dall'altra parte non c'è assolutamente nulla. Nessuna argomentazione, nessuna spiegazione su cosa sia il linguaggio del cinema (io almeno ho dato il mio parere), su quale sia il rapporto tra forma e contenuto - e a questo punto su cosa sia la forma e cosa il contenuto. Niente di niente.
Non la luce, bensì le tenebre.
E' inutile quindi che mi si risponda che l'etica di un film la dobbiamo ricavare dal linguaggio. Questo è quanto ho argomentato fino ad ora, gli esempi portati a sostegno di questa tesi sono stati innumerevoli.
E' inutile che AlZayd mi venga a dire che non ha alcuna importanza analizzare le tecniche di Kubrick ma molto di più il suo linguaggio quando tecnica e linguaggio (nelle accezioni usate da questo utente, non da me) rappresentano la stessa identica cosa,come ampiamente argomentato.
Questo significa che del discorso non si è seguito nulla, che c'è solo una sterilissima vena polemica , che quando si tratta di argomentare ci si ferma al giudizio sulla persona che discorre e quando si pongono domande in realtà ad esse è già stato ampiamente riposto.
E anche questo papiro è del tutto inutile: cos' è il linguaggio? Io l'ho già detto, ridetto e stradetto. Rivolgi la domanda a te stesso o confuta la mia definizione di linguaggio. Il resto è solo noia.



Io non riesco a comprendere se fai finta di non capire.
Se ci sei o ci fai.
Perchè è da una vita che andiamo dicendo le stesse cose.
Non è stato confutato alcun discorso su contenuto e forma.
Ti è stato solo sottolineato, ma qui fai orecchie da mercante, l'uso maldestro di tali argomentazioni nel giudizio e nella analisi dei film.
Ti è stato solo fatto notare come l'errata interpretazione di bellissime teorie (nessuna di esse confutabile) ti porti ad essere impietoso e anche blasfemo di fronte alle opere d'arte cinematografica.
Invece scatti come una biscia, come se ti fosse stato leso l'onore, come se la mettessimo sul piano personale, ma è un alibi per sfuggire alle nostre critiche.
Sei sempre libero di annoiarti di fronte ad Amarcord, ma non travestire di intellettualismo o di aura critica, una tua personalissima interpretazione (per altro legittima).
Allora è meglio dire "Amarcord è una mmerda di film", piuttosto che riempire pagine e pagine di teorie male imprestate (ed utilizzate in malafede) e vittimismi da pugile all'angolo del ring.

PS Amarcord è un grandissimo film, e non solo per la scena del transatlantico che hai ridotto a pura esibizione di scenografia.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 12-10-2006 14:47  
In realtà schizo non ho ancora avuto il piacere di leggere alcuna errata interpretazione (dove? in che punto? spiegamelo!).
Perchè ad esempio Quarto Potere viene considerato come uno dei film più importanti della storia del cinema?
Non è certo per l'argometo trattato, ma su come viene trattato.
La storia del film è infatti banalissima e tra l'altro si basa interamente su un buco di sceneggiatura a dir poco clamoroso!

La vicenda è incentrata tutta sul significato della parola "rosebud" e sulla ricerca del motivo di tale esternazione da parte del protagonista. Ma nessun personaggio del film ha mai potuto udire le parole di Kane pronunciate al momento della sua morte: egli infatti si trovava da solo nella sua camera. La genialità di Welles sta quindi nell'aver smontato sistematicamente la ricerca del significato della pellicola da qualsiasi approccio tematico a livello di sceneggiatura (che analizzata in tal modo non si reggerebbe in piedi) ma nell'aver spostato il significato semantico da un piano puramente narrativo a uno esclusivamente cinematografico. I suoi piani sequenza, l'uso del grandangolo o della profondità di campo sono i veri motori della storia del film,il cui significato risiede tutto nella produzione semantica del suo linguaggio.
La profondità di campo ad esempio è usata per creare un ben preciso significato:mentre il piccolo Kane è intento a giocare all'aperto con la sua slitta, l'azione si svolge all'interno della casa. in primo piano il suo tutore e la madre discutono del suo futuro, mentre sullo sfondo , attraverso una finestra, il bambino gioca ignaro del destino a cui sarà sottoposto. Tale espediente narrativo (e prettamente cinematografico) regola i rapporti tra le parti in causa: Kane è un adolescente a cui verrà rubata la sua infanzia (relegato fuori campo, lontano dalla scena) , il suo destino deciso da persone ciniche (poste in primo piano).
Questo è il motivo della grandezza di questo film , lo stesso Welles si prende beffa della storia sceneggiata andando a produrne il suo significato attraverso il linguaggio del cinema.

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 12-10-2006 14:56  
Quarto Potere è un grandissimo film per il modo rivoluzionario di raccontare una storia.
Per il montaggio sicuramente.
Per il linguaggio del cinema come dici tu.
Ma questo esempio non può funzionare per altri registi, nei quali la forza visionaria viene incanalata non verso le arditezze tecniche, oi movimenti della macchina da presa, ma attraverso la sola forza delle immagini.
Il cinema di Fellini, di Lynch, di Bunuel è un cinema che prima di essere analizzato con le forme del linguaggio cinematografico deve essere soprattutto sentito.
Tu neghi l'importanza della poetica se la basi sulle sole forme del linguaggio.
Naomi Watts che assiste alla rappresentazione del suo sogno nel teatrino Silencio si deve sentire, non sezionare in analisi dei movoimenti della mdp.
Se lasci che l'analisi tecnica prenda il sopravvento, perdi la materia di cui è fatto veramente il Cinema, cioè quella del sogno.
_________________
True love waits...

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 12-10-2006 15:30  
quote:
In data 2006-10-12 14:56, Schizobis scrive:
la materia di cui è fatto il Cinema: il sogno.


Huston diceva: “Il cinema è come il pensiero. Di tutte le arti è quella che gli si avvicina di più"...
Eppoi ognuno di noi ha dentro un mondo informe di significati, miti, misteri che non possiamo conoscere costantemente e poi temi ricorrenti e ricorsivi, attraversati, toccati e manipolati... Questo mondo si proietta all'esterno, perché viviamo in un costrutto sociale e perché questo mondo è alla costante ricerca di significanti, di segni che rappresentino questi sensi e questi significati.

Poiché il cinema lavora e si articola similarmente a come si strutturano visivamente i sogni, e considerando appunto i sogni come un mondo significante delle pulsioni interne, allora ecco che il cinema, inspiegabilmente, più della letteratura (proprio perché usa le immagini come i sogni) apre mondi e ossessioni che non possiamo spiegarci, se non dicendo che il cinema, quello che ci piace e che amiamo (non analiticamente, ma proprio visceralmente) è un cinema che in qualche modo è capace di rappresentare i significanti del nostro mondo interiore e poi della nostra esperienza più diretta. Magari proprio perché va a toccare i giusti centri emotivi della nostra personale mitologia...

Non possiamo però dimenticare che il tramite della comunicazione, delle idee e delle emozioni, è il linguaggio. "Strano ma vero: l’astrattezza dei nostri sentimenti, l’afflato lirico e immateriale della nostra spiritualità, per essere veicolati necessitano inevitabilmente dell’esatto, “speculativo” e pragmatico artificio della parola" (in questo caso immagine) che si fa linguaggio, quindi significato.

Il punto è che qui vi state comunque accanendo sulla stessa solita questione vista però da punti opposti: chi guarda il linguaggio e capisce che ogni cosa è contenuta dentro l'inquadratura e che non esiste una "magia" esterna che scende sul film come un'aurea aliena, e chi pensa che questa aurea esista ma che non sia aliena, bensì da trovare in tuttte quelle componenti che il linguaggio (e non la tecnica) per sua natura esclude.

Il punto è che sono vere tutte e due perchè purtroppo non siamo propriamente in grado di “ricostruire la successione di atti, il processo mentale e di lavorazione delle tematiche e delle scelte” che caratterizzano i film con una precisione sufficiente a descriverli come un’azione circoscritta e definitiva.
Questo prima di tutto perché il film “accoglie e conserva, nella sua fase conclusiva, un’attività che non ci è possibile esprimere narrativamente” e in seconda istanza perché l’unico oggetto della nostra analisi è, o deve essere, quel regista che ci consegna i suoi film in uno stadio che soddisfa, più o meno (non possiamo saperlo del tutto), lo scopo che si era prefisso prima e durante la produzione.

Per questo, “noi e le nostre parole aleggiamo tra il manufatto e le descrizioni delle considerazioni che questo manufatto ci hanno suscitato.”
È pur vero, comunque, che stabilire la veridicità e la validità di un obiettivo, per quanto genialmente presunto, non deve essere il centro del discorso o dell’analisi.

Quello che più interessa, e che permette quindi davvero una possibile ermeneutica, è ciò che i film contengono, quello che in sostanza sono. Non tanto quindi le motivazioni specifiche dell’autore (che certo sono importanti), quanto piuttosto l’oggetto stesso in cui queste si concludono, concretizzandosi, negli effetti dello sforzo formale (della mano e della mente) della persona che lo ha prodotto.

In poche parole bisognerebbe cercare di ricostruire “quali siano state le intenzioni che hanno portato alla raffigurazione o rappresentazione finale di quella cosa invece che di un’altra”.

Ci si può arrivare in un modo o nell'altro... mi sembra di essere tornato nel 2002 e nel topic di Distretto 13

_________________
Una minchia/sapida

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 12-10-2006 alle 15:40 ]

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 12-10-2006 17:27  
d'accordo al 100%
(se ho capito)
_________________
http://trifo.blogspot.com

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 12-10-2006 18:46  
quote:
In data 2006-10-12 14:56, Schizobis scrive:
Quarto Potere è un grandissimo film ...

Ma questo esempio non può funzionare per altri registi, nei quali la forza visionaria viene incanalata non verso le arditezze tecniche, oi movimenti della macchina da presa, ma attraverso la sola forza delle immagini.



Ma io non dubito che le immagini di Amarcord abbiano un grande impatto visivo.
La questione è semplicemente che queste sequenze sono il derivato di grandissimi meriti, eccetto quelli del linguaggio cimematografico. Amarcord una merda quindi? Ma no...un' ottima storia perfettamente raccontata che si basa su un'eccezionale costruzione di segnali e concetti già contenuti all'interno dell'immagine stessa. La sua forza è questo. Semplicemente questo. La forza delle sue immagini è esattamente questo. Fellini era un grande raccontastorie, con un stile unico e perfettamente riconoscibile e irripetibile,che si basava su tutto tranne che sugli strumenti unici del cinema. Sono le tue stesse parole che lo affermano.Non possiamo usare gli stessi parametri di valutazione di Quarto Potere perchè uno utilizza al meglio il linguaggio del cinema, l'altro no. Un grande regista allora? Certo che no. Un regista che rinuncia sistematicamente (o per sua volontà o per incapacità)al linguaggio della sua disciplina non può rientrate nella categoria dei grandi.

quote:
In data 2006-10-12 14:56, Schizobis scrive:

Tu neghi l'importanza della poetica se la basi sulle sole forme del linguaggio.




La poetica si basa sulle forme del linguaggio , io attribuisco solo molta meno importanza a quei film che non la sfruttano appieno e che la costruiscono su altre basi, non puramente cinematografiche.
Magari non sarai d'accordo su questa valutazione finale, ma un'analisi attenta rivela o meno l'utilizzo del linguaggio del cinema in un film. E non è certo questo il punto di forza dei film di Fellini, tutto ciò è innegabile a meno che tu non ne abbia mai visto uno. Certo avrà altri grandissimi meriti che esulano però da una valutazione esclusiva delle peculiarità uniche di questa disciplina.

quote:
Ti è stato solo fatto notare come l'errata interpretazione di bellissime teorie (nessuna di esse confutabile) ti porti ad essere impietoso e anche blasfemo di fronte alle opere d'arte cinematografica.


Vedi, non c'è alcun errore di interpretazione. O meglio, l'errore consisterebbe (e questa era se non sbaglio anche l'obiezione di Vietcong)nel valutare alla fine tutti i film secondo un unico codice ( o secondo i 7 punti della mia dispensa, se si preferisce così).
Questa in realtà è una falsa pista, facilmente smascherabile.

Così come uno scrittore usa le parole, un pittore i colori, un regista usa le immagini.
Tutti partono da una base comune e giocano con il loro linguaggio, attraverso metodi e tecniche differenti arrivano a soluzioni completamente diverse l'una dall'altra.
Il cinema però è una disciplina più complicata perchè non si regge solo su sè stessa ma si appoggia a qualcos'altro.
Un film si basa su una sceneggiatura, poi su una scenografia, una costruzione di un set, di uno spazio virtuale dove gli attori vengono preparati a entrare nella parte. Quindi (brevemente e rozzamente) si basa su un testo che diventa "rappresentazione teatrale" e alla fine cinema. Solo alla fine cinema ,e solo cinema quando il regista usa il suo linguaggio (cosa inquadro? in che modo? da quale angolatura? con quale metodo? come monto la pellicola?). L'errore della mia interpretazione sarebbe quindi che mi baso valutando come più importante la parte dove il cinema diventa unicamente e inibitabilmente se stesso, e applico questo parametro indistintamente a ogni pellicola, ovviamente. Ha senso?

Questo mi porta "a essere impietoso"(cit) verso pellicole che sfruttano di più tutto ciò che viene prima della fase finale, che riempiono di significato la scena e poi filmano, invece di costruirla con il linguaggio cinema. Ma direi che va bene così...







[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 12-10-2006 alle 19:02 ]

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 13-10-2006 16:42  
Tendi a complicarti la vita.
La valutazione che dai di alcune opere cinematografiche (Es Amarcord) è talmente strampalata che purtroppo il risultato fa un falò rapido di tante belle parole.
Fai finta di non capire che le accuse che ti vengono mosse non riguardano i presupposti teorici, ma le conclusioni errate a cui arrivi.
Ho apprezzato molto la moderazione di Tristam che getta un ponte tra il cinema come Sogno e il Cinema come Pensiero.
E in effetti la verità probabilmente sta nel mezzo ai nostri discorsi.
Resta il fatto che rimani arroccato nel solipsismo dela forma e del linguaggio, e in questo arroccamento, cerchi lo stallo nella discussione.
Posso dirti che non mi sognerei mai di sparare quelle terribili accuse ad Amarcord, e che di Fellini abbiamo già parlato ampiamente io ed altri utenti, in altre sezioni di tutto cinema.
Rinnovo comunque il mio consiglio a una maggiore maturità nel maneggiare presupposti teorici o al massimo a ritornare nella sezione Attualità, dove è più facle (almeno per te), la separazione manichea tra bene e male.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 13-10-2006 18:26  
Ma Schizo, questo è il post più inutile di tutta la discussione!
Hai mosso delle precise e legittime accuse alle quali ho risposto qui sopra.
A questo punto il dibattito procede se replichi al mio intervento, non se ripeti le stesse cose del giorno addietro.
quote:
Ti è stato solo sottolineato, ma qui fai orecchie da mercante, l'uso maldestro di tali argomentazioni nel giudizio e nella analisi dei film.
Ti è stato solo fatto notare come l'errata interpretazione di bellissime teorie (nessuna di esse confutabile) ti porti ad essere impietoso e anche blasfemo di fronte alle opere d'arte cinematografica


Se non lo fai , quello che si arrocca sei tu.
La Terribile Accusa sparata verso Amarcord è che non utilizza il linguaggio puramente cinematografico . Ma questa non è un'accusa, è la scoperta dell'acqua calda!!
Tra l'altro confermata dalle tue stesse parole: Citizen Kane è un grandissimo film perchè...ma ci sono altri registi che invece si basano su...
E' tutto cristallino, basterebbe che ti rileggessi.

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